E' questo che si propone la
passeggiata organizzata dall' ARA (Associazione Romana degli Andreolesi)
in collaborazione con il Circolo dei Cacciatori, lungo l'antico
sentiero scavato nello "scogghiu", che dal Paese porta ai mulini di Salubro.
La passeggiata si effettuerà giorno 13 agosto con
partenza alle ore 17,30 dalla edicola di donna Matalena.
L'edicola in questione sono le tre nicchie (Madonniagghi) poste alla
destra della curva a gomito della nuova strada
che dal convento dei padri Liguorini porta alla
provinciale per la Marina.
Si scenderà al Salubro, si raggiugerà
quindi la chiesetta
della Madonna di Campo per poi risalire lungo la strada che passa per "pezzugghu"
ove si trovavano molte casetta di "vovari" fino agli anni settanta.
Si concluderà il giro in un paio d'ore,
con il ritorno al punto di partenza e con uno spuntino.
La strada è stata in uso fino
agli anni settanta ed è servita per molti secoli quale arteria per
scambi commerciali tra Sant' Andrea ed Isca. Ricordo molte persone che venivano per quella strada a vendere i prodotti della
campagna al nostro Paese, oppure semplicemente a comprare alla Cooperativa Rinascita che aveva
prezzi sociali. Ai tempi le persone si spostavano a
piedi lungo il sentiero anche per motivi personali, come ad esempio i
giovani che andavano a trovare le fidanzate nel paese vicino.
Il sentiero è stato importante
ai tempi in cui l'acqua era un bene prezioso ed
indisponibile nelle case di molte persone, e basta pensare che fino ai primi anni sessanta più della metà
delle abitazioni del paese ne erano sprovviste. Ricordo le grosse
pietre ai bordi del fiume nascoste dalle coperte e dalle lenzuola stese ad asciugare.
La stessa cosa l'ho vista poi fare anni dopo dal popolo Berbero sulle
montagne rosse del Marocco.
Un' altra importante funzione del
sentiero era quella di collegamento con i mulini del fiume Salubro e
quindi di rifornire di farina il Paese.
Oggi si potrebbe recuperare un percorso salute, non
molto impegnativo, da
offrire ai numerosi villeggianti in cerca di passeggiate alternative.
Saluti a tutti
Galdino Dominijanni
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